martedì 26 febbraio 2013

I dati reali

Sui quali i partiti dovrebbero riflettere...

Premesso che sondaggi, exit poll e istant poll sono solo favole, i dati reali sono questi:
Il CSX ha perso alla camera, dal 2006 (primo porcellum) al 2013, esclusa la Valle d'Aosta 20,27 punti percentuali e 8.955.091 voti

Anno Elettori            %              Diff. Elettori    Diff %
2006 19.002.598     49,81%                                          Vittoria CSX
2008 13.689.330     37,55%    -5.313.268     -12,26%  Vittoria CDX
2013 10.047.507     29,54%    -3.641.823       -8,01%  Vittoria CSX
Differenza 2006-2013 -8.955.091   -20,27%

Il CDX, sempre dal 2006 (primo porcellum) al 2013, esclusa la Valle d'Aosta, ha perso il 20,56% e 9.054.743 voti

Anno Elettori            %              Diff. Elettori    Diff %

2006 18.977.843     49,74%                                          Vittoria CSX
2008 17.064.506     46,81%    -1.913.337       -2,93%  Vittoria CDX
2013  9.923.100     29,18%     -7.141.406      -17,63% Vittoria CSX
Differenza 2006-2013 -9.054.743  -20,56%

In parte, ma solo in parte, questi voti sono finiti al M5S: 8.688.545  25,55%
Si sono anche stufati di votare 4.026.957 elettori

In particolare il PD, tra il 2008 e il 2013, ha perso 3.452.606 elettori che corrispondono al 7,77% dei voti, ma sono il 28,55% del suo elettorato.
Il PDL, tra il 2008 e il 2013, ha perso 6.297.343 elettori che corrispondono al 15,82% degli elettori, ma sono il 46,20% del suo elettorato!!!
La Lega, tra il 2008 e il 2013 ha perso 1.634.387 elettori che corrispondono al 4,22% degli elettori, ma sono il 54,04% del suo elettorato!!! 

Credo che siano questi i dati reali da analizzare.

domenica 24 febbraio 2013

Il Leader

A mio parere il "leader", che si tratti dell'allenatore di una squadra, di un capo politico, di un manager d'impresa è definibile come un catalizzatore.
Non deve avere doti o attitudini particolari, non è definibile, è semplicemente quella persona o quella cosa o quel fatto che fa ritenere ad un numero notevole di persone che, in quel preciso momento storico, quel fine comune (vincere una partita, il campionato, le elezioni, etc.) è realmente raggiungibile.
In pratica: Yes, we can.
Il leader può essere anche insignificante, può non contare nulla fino a poco tempo prima e tornare a non contare nulla poco tempo dopo, ma, in quel particolare periodo, sembra catalizzare la sensazione di poter realmente ottenere quello che ci si prefigge.
Il grande errore di tutti i partiti politici che si sono opposti a Berlusconi negli ultimi vent'anni è che il loro leader, nel caso specifico l'anti-leader, era, ed è ancora oggi Berlusconi stesso.
Per questo viene fatto risorgere dai suoi ipotetici avversari ad ogni tornata elettorale, non avendo un proprio leader, devono per forza appoggiarsi al loro anti-leader per cercare di vincere le elezioni.
Grillo, nel bene e nel male, è uno dei pochi leader che si affacci sulla scena politica italiana da 20 anni a questa parte, non credo sia così assurdo che molte persone lo percepiscano come tale e sperino di cambiare le cose con questo "catalizzatore".
Per questo, da sinistra, viene attaccato ad alzo zero, perché può agevolmente svolgere la funzione di anti-leader che è indispensabile a chi non ne ha uno proprio.

mercoledì 20 febbraio 2013

Internet: la casa di vetro

Il caso Giannino ha portato alla ribalta un fenomeno che in molti, forse tutti noi, abbiamo sottovalutato.
Al di là delle intenzioni e dei desideri internet è oggettivamente una casa di vetro.
Non esiste un modo per evitarlo, nemmeno disconnetersi totalmente, perché si è comunque circondati da persone connesse.
Il livello di verifica e di controllo di quello che ognuno di noi fa o dice è già ora molto alto e lo diventerà sempre di più.
Basare la propria carriera, la propria fama, il proprio prestigio su falsità, imbrogli, qui pro quo, etc. già ora è molto complesso, per chi ha una certa posizione sociale, presto sarà impossibile per chiunque.
Questo mette alla prova i rapporti personali e sociali, le strutture stesse della società.
Già ora è possibile essere localizzati, prendere una multa con una fotografia, essere inquadrati da una telecamera praticamente dovunque, etc. etc.
Di quello che facciamo e diciamo in rete e non restano tracce molteplici e spesso indelebili.
La memoria umana diviene sempre più labile ed imprecisa, ma quella collettiva, tramite la rete, ogni giorno è più esatta, infallibile e indelebile.
Certamente tutto questo mette anche un po' paura, ma, a ben guardare, è la rivincita degli onesti, delle persone corrette, di chi non cerca scorciatoie, insomma del MEGLIO della società, che, soprattutto in Italia, fino ad oggi è sempre stato relegato ai margini di una società familistica, caciarona, improponibile, velleitaria, spudorata, impunita.
Molte cose, anche a livello dei rapporti personali, dovranno essere riviste.
Inevitabilmente l'auto-racconto che ognuno di noi tende a fare di sé stesso amplificando, se non addirittura inventando, i propri pregi e sminuendo, se non cancellando, i propri difetti dovrà cedere di fronte all'evidenza.
Molti, se non tutti, dovranno ridimensionare l'immagine di sé che vendono agli altri, ma anche a sé stessi.
Psicologicamente si tratta di una svolta epocale, chi non è provvisto di grandi doti reali o, eventualmente, in compensazione, di una grande autostima, rischia di "rompersi" psicologicamente sotto un peso troppo difficile da sopportare.

mercoledì 13 febbraio 2013

Svalutation

L'altra sera a Piazza Pulita c'è stato un battibecco tra la Napoleoni e Boldrin (si può vedere qui)
Boldrin sosteneva che nel periodo di fluttuazione della lira, questa perse un 12% di valore rispetto al marco.
Questo sarebbe un esperto.
Nel settembre del 1992 la lira abbandona lo SME, cioè la Banca d'Italia smette di buttare soldi nel vano tentativo di mantenere la lira nella banda di oscillazione sotto le 750 lire rispetto al marco.
In pochi giorni il cambio arriva a 930 su marco, cioè si svaluta del 25%.
Nel periodo di svalutazione, da settembre 1992 ad aprile 1995 il tasso di cambio passa da 750 a 1259 su marco, svalutandosi quindi del 68%.
Nel frattempo l'inflazione italiana scende e il differenziale inflattivo lira/marco diminuisce sensibilmente.
I dati reali sono questi: Cambio Marco/Lira 1992-1995

lunedì 11 febbraio 2013

Voterò M5S per legittima difesa

Non giriamoci troppo intorno.
L'esito di queste elezioni sarà tremendamente importante per il nostro futuro prossimo.
Ci sono solo due opzioni davanti a noi.
Da una parte un futuro segnato, la stessa identica storia dell'Argentina del 2001 e della Grecia di oggi: questo futuro è quello che ci prospettano destra, centro e sinistra.
Dall'altra parte c'è il M5S che pensa, diversamente da tutti gli altri, di percorrere una strada alternativa, quella che percorse la Malesia nella crisi asiatica del 1997, quella che stanno percorrendo l'Argentina e l'Islanda oggi.
Funzionerà?
Non saprei; in altri paesi ha funzionato, ma questa non è certo una garanzia che funzioni anche qui in Italia.
Quello di cui siamo praticamente certi, perché è SEMPRE andata così, è che la "ricetta" che tutti gli altri vogliono propinarci porta alla fame.
Non in senso figurato, alla fame nel senso di non avere da mangiare.
Ecco perché alle prossime elezioni voterò M5S: per legittima difesa, per non morire di fame, LETTERALMENTE.
Ho molti dubbi su chi manderò in parlamento votando il M5S, non perché siano inesperti, che visto quello che hanno fatto gli "esperti" sarebbe anche un plus, ma perché alcuni li ho conosciuti e ce ne sono diversi che non mi piacciono, che non mi convincono, che non ritengo adatti, all'altezza.
Alcuni sono degli esaltati, parecchi sono democratici solo a parole, ma non nei fatti, altri sono francamente degli incompetenti o degli incapaci.

Altri invece sono in gamba, capaci, democratici, siceri, onesti.
Fin qui, quindi, sono perfettamente in linea con i candidati degli altri partiti, né più, né meno.
Quel che è certo che, almeno per ora, sono tutti incensurati, il che, in Italia, non è poco.
Ma la vera decisione è tra una strada che porta inevitabilmente ed inesorabilmente alla povertà e alla fame e un'altra strada che ha delle incognite, ma che a volte ha funzionato.
In pratica: NON HO SCELTA.
Candidati che non mi convincono versus candidati che non mi convincono scelgo quelli che, con buona probabilità, cercheranno di tenere fede a quanto promesso in campagna elettorale e che, quindi, FORSE, potrebbero darci una qualche speranza di deviare da un futuro da incubo fatto di povertà e di fame.
Non è una scelta difficile.

domenica 3 febbraio 2013

Grillo, il "populismo" e il M5S

Ho letto il sempre ottimo Scanzi e condivido praticamente tutto.


Vorrei solo aggiungere una considerazione a questo paragrafo:

“E’ populista come Bossi e Berlusconi”. Sì e no. La comunicazione di Grillo ha due cortocircuiti. Il primo, noto, è che Grillo parla da comico ma fa politica (vedi Al Qaeda). Il secondo, meno noto, è che Grillo usa una forma comunicativa populista (il dileggio, la battuta, il parlare alla pancia) ma ha poi un contenuto spesso utopico. Grillo da una parte insegue la risata grassa ma dall’altra auspica un cambiamento radicale – etico, morale – degli italiani. Qui risiede la sua utopia (e il suo fallimento, perché gli italiani non cambiano. Mai). Se Bossi e Berlusconi sono populisti nella forma come nel contenuto (quindi a loro modo malamente coerenti), Grillo è populista solo nella forma (ma non nel programma). Calderoli somiglia a Bossi, la Santanchè a Mussolini. Mentre Pizzarotti non somiglia a Grillo. Tutto questo rende il movimento ancora più inclassificabile e dunque attaccabile. 

Io credo che in passato molti abbiano portato in vari modi una fetta consistente di elettorato di "sinistra" a votare a destra. Da ultimi sicuramente Bossi e Berlusconi. 
Lo hanno fatto sfruttando varie leve tra le quali il cosiddetto populismo. 
A mio parere Grillo fa qualcosa di molto più sottile, sta giocando non sul piano della divisione destra-sinistra ma su quello elettorato "sprovveduto" / "colto" o informato che dir si voglia
Al primo offre forme e sparate "populiste" che portano voti (sia da destra che da sinistra) al secondo, che è disposto ad andare oltre le sparate populiste, offre un programma largamente condivisibile, ricette di buon senso, persone altrettanto informate, pacate e in gamba a livello locale con cui entrare direttamente in contatto.
La sua forza, credo sia tutta qui, avere due (ma forse anche tre, quattro) livelli di lettura. Ognuno si ferma dove vuole o dove può arrivare e dove si ferma trova quello che cerca, quello che gli serve per convincersi che il M5S alla fine è quello che cerca.
Dalle urne, forse, uscirà una bella sorpresina.