venerdì 19 aprile 2013

La dura realtà

Ieri il PD (NON) si è accorto, perché ancora non l'ha capito, di essere entrato a tutti gli effetti nella democrazia diretta.
Il processo, tra le altre cose, è molto più veloce di quanto era prevedibile anche solo un paio di anni fa.
Eppure la rete, che è il veicolo di questa democrazia diretta, ha già vinto i referendum su acqua pubblica, nucleare etc., ha fatto eleggere Pisapia a Milano, ha decretato il clamoroso successo del M5*.
Il PD, sempre indietro di molti anni rispetto alla realtà, ieri ha ceduto di schianto di fronte alla "volontà popolare" che si è espressa attraverso la rete e i social network.
Un tempo, anche solo pochi anni fa, la cinghia di trasmissione tra elettori ed eletti era inesistente o comunque estremamente lenta, così lenta che alle elezioni successive già ci si era dimenticati di tutte le porcate fatte da chi avevamo eletto solo cinque anni prima.
Oggi l'elettore può sapere in tempo reale cosa stanno facendo i rappresentati che ha eletto, può informarli in tempo reale se condivide o meno le loro scelte, può fare toccare con mano al proprio eletto il totale dissenso della sua base elettorale.
Il PD non se lo aspettava, ma proprio per nulla. http://tv.ilfattoquotidiano.it/2013/04/18/fassina-pd-reazione-inaspettata-dalla-nostra-base-ma-bersani-rimane-leader/228836/
Questi politici sono contrari alla democrazia diretta,  ne hanno paura, anche perché da burattinai, in pochi anni li ha trasformati, come è giusto che sia, in burattini, manovrati dal popolo sovrano.
Non è il M5* che ha inventato la democrazia diretta, sta solo cavalcando una trasformazione ineluttabile.
La tecnologia l'ha resa possibile e se una cosa è possibile allora diventa per forza di cose ineluttabile.
Per tutti, anche per chi è contrario, anche per il PD.
Chi non accetta questa nuova modalità deve farsi da parte, questo processo è irreversibile e la sua velocità non è quella che ha portato dalle monarchie alle democrazie parlamentari, tutto avviene, anzi, in gran parte è già avvenuto, nell'arco di pochissimi anni.
Esserne consapevoli, governare la trasformazione, significa evitare le derive populiste, ovviamente possibili; non sapere assolutamente cosa capita, cosa succede, è molto pericoloso, ed è quello che capita oggi al PD.
Non ingigantiamo però un problema che, al meno per ora, non mi sembra si sia mai verificato.
Gli elettori, in passato con l'unico strumento di democrazia  diretta, cioè i referendum, ed oggi attraverso la rete, a mio modesto parere, hanno sempre costantemente fatto la scelta giusta, la stessa cosa non si può certo dire delle oligarchie autoreferenziali che ci hanno governato dal dopoguerra ad oggi.
Il "popolo" ha detto sì al divozio, all'aborto, ha detto no al nucleare (2 volte!), ha detto sì all'acqua pubblica, no alla caccia, etc. etc.
Quando, i nostri "sovrani" hanno chiesto il nostro parere non abbiamo mai sbagliato, quindi io nutro maggior fiducia nell'intelligenza collettiva degli italiani che nelle (scarse) intelligenze singole dei nostri politici.
Ora il "popolo" non si accontenta più di rispondere quando gli viene chiesto un parere, fornisce (perché finalmente può farlo) la propria opinione anche quando non è richiesta, ora il "lasciate fare a noi che siamo più dentro queste cose, che siamo più intelligenti", non funziona più, bisogna rendere conto delle proprie scelte.
Gli elettori del PD hanno detto no a Marini e sì a Rodotà, non è difficile capire da che parte stia la ragione e da che parte il torto.